Per il momento l’obbligo sarà allargato solo ai lavoratori delle mense scolastiche e delle ditte di pulizia. In un secondo tempo largo a ristoratori e camerieri, seguiti dai lavoratori pubblici. Ultimi saranno i dipendenti delle aziende private.
Una posizione chiara l’ ha espressa da tempo anche la nostra Confederazione, ha dichiarato Segretario il Generale Carlos A Sorrentino: “ la strada verso l’allargamento dell’obbligo del green pass, oggi segna una battuta d’arresto, una frenata. In vista del Consiglio dei Ministri delle prossime ore il Governo sembra infatti aver scelto un cronoprogramma da qui ad ottobre, che individua negli addetti delle ditte di pulizia che operano nelle scuole, nel personale delle mense scolastiche e nei lavoratori ‘esterni’ a contatto con strutture del settore sanitario come le Rsa le prime categorie che, per lavorare, dovranno esibire il sospirato lasciapassare.
A seguire toccherà a tutti coloro che lavorano nei luoghi dove il pass è già richiesto a chi li frequenta: ristoratori, camerieri, barman, gestori di locali e dipendenti delle strutture (cinema e teatri, ad esempio), ma anche istruttori sportivi che lavorano in luoghi come piscine e palestre. Ad esibire il Qr code dovranno essere anche gli autisti dei mezzi del trasporto pubblico locale, che si aggiungeranno a quelli dei treni dell’alta velocità e coloro che lavorano su navi, traghetti, aerei. L’idea inoltre è di includere anche i lavoratori al contatto con il pubblico, come quelli agli sportelli.
Un ulteriore step – previsto a ottobre – riguarderà invece il settore della pubblica amministrazione, mentre gli ultimi saranno i lavoratori del settore privato, come gli operai delle grandi fabbriche, ma anche in generale i dipendenti di piccole e medie imprese. I lavoratori autonomi, come gli avvocati o i commercialisti, al momento non sono tra le categorie per le quali si valuta l’obbligo del lasciapassare, a differenza dei magistrati che rientrerebbero nella categoria della pubblica amministrazione. Ma per l’accesso a strutture pubbliche – ad esempio gli avvocati nei tribunali – sarà necessario anche per loro esibire il pass. Tutte le persone fragili dotate di una certificazione medica valida che li esenta dalla somministrazione del siero per motivi di salute dovranno comunque sottoporsi ad un tampone.
Imprese Italia , ci tiene a precisare ha proseguito il Segretario Generale, che in tema del Green Pass ed in particolare sulla vaccinazione nei luoghi di lavoro. “E’ di tutta evidenza – sottolinea in una nota la Confederazione – il collegamento tra contrasto della pandemia, sviluppi della campagna di vaccinazione e progressiva normalizzazione e ripartenza delle attività economiche”. “Crediamo, dunque, – prosegue Imprese Italia – che tutti debbano fare la propria parte.. Auspichiamo , dunque, l’invito ad un serio e sereno confronto tra associazioni imprenditoriali e sindacati dei lavoratori sull’opportunità offerta dal Green Pass per la maggiore sicurezza dei luoghi di lavoro e, anzitutto, di quelli aperti al pubblico.
Sono certo ha precisato Carlos A Sorrentino : “Mettere in sicurezza i lavoratori significa anche prevedere l’obbligo di vaccino o green pass. Per questo riteniamo indispensabile prevedere quest’obbligo per tutto il personale che lavora nei supermercati e nei negozi alimentari di prossimità.
Siamo stati i primi ad evidenziare questa esigenza già prima dell’estate anche perché – non va dimenticato – stiamo parlando di lavoratori che svolgono attività essenziali e che sono quotidianamente a contatto con moltissime persone. Quanto ai tamponi, anche noi siamo d’accordo sul fatto che i relativi costi non siano a carico delle imprese, e soprattutto sui tempi di introduzione di tale misura per dare un preavviso congruo e consentire a chi non fosse ancora vaccinato di mettersi in regola, al netto dei tempi tecnici che dipendono dai protocolli sanitari e dalla logistica. Un’imposizione a stretto giro rischierebbe di causare la chiusura di migliaia di esercizi per mancanza di personale. Altra questione assolutamente fondamentale riguarda la gestione di quei dipendenti che decideranno liberamente di non vaccinarsi. Quali saranno le responsabilità e gli obblighi del datore di lavoro? Per questo è necessario un quadro normativo molto chiaro. La priorità è aiutare gli imprenditori a capire come comportarsi in situazioni del genere, sgravandoli da ulteriori oneri economici, organizzativi e amministrativi”.