IL PRESIDENTE DI IMPRESE ITALIA SCRIVE AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO PROF.GIUSEPPE CONTE
Illustrissimo Signor Presidente,
in questo momento ove il nostro Paese è smarrito, ci pervengono da parte delle imprese del commercio e soprattutto dal settore dei Pubblici Esercizi e della ristorazione, molteplici manifestazioni di grande preoccupazione per il prossimo futuro.
L ’ aggravarsi della situazione determinatasi per effetto della seconda ondata epidemiologica da COVID–19 e l’adozione delle seppur necessarie misure di contenimento della pandemia, stanno colpendo pesantemente tutto il comparto.
Le misure di sicurezza che saranno imposte dalla necessità di arginare il contagio, ho motivo di credere saranno rispettate, anche questa volta, dalla categoria con senso di responsabilità pagando e sostenendo un altissimo costo. Costo, questo, aggravato da una comunicazione non sempre coordinata e per molti versi allarmistica, che ancora oggi genera un effetto psicosi fra i consumatori, producendo così dei risultati devastanti su un comparto cruciale per la nostra economia e per l’ attrattività turistica.
E’ stata effettuata una stima dal nostro centri studi, che il 2020 si chiuderà con un calo di fatturati di circa 30 miliardi di euro con una potenziale perdita di oltre 300mila posti di lavoro e la scomparsa di 45mila imprese.
In tal senso La invitiamo , Sig. Presidente del Consiglio, ad intervenire con una serie di ulteriori azioni a sostengo del settore come quello della ristorazione e del catering, comparto certamente tra i più danneggiati, mediante lo stanziamento di contributi a fondo perduto per chi ha subito una maggior perdita di fatturato sulla falsa riga di quanto già fatto nella prima fase delle emergenza CIVID-19.
Nondimeno si rende necessario innanzitutto lo stanziamento di contributi a fondo perduto per chi ha subito una maggior perdita di fatturato per tutto l’anno 2020 e non solo per il solo mese di aprile. La necessità di ridurre i costi, col credito di imposta sulle locazioni per imprese con fatturato anche superiore ai 5 milioni di euro per lo meno fino a fine anno e con la proroga fino alla prossima primavera degli ammortizzatori sociali, come la cassa integrazione per i nostri dipendenti”.
Ci sono poi casi particolari, da vagliare attentamente, come ad esempio quello manifestataci da un imprenditrice operante nel porto di Genova, che ci rappresentava che la formulazione del dPCM 24 ottobre 2020 limita l’orario delle attività di somministrazione di alimenti e bevande dalle ore 05.00 alle 18.00, fatta eccezione per gli esercizi siti lungo le autostrade, negli aeroporti e negli ospedali. Tale norma non include, però, l’attività che si svolgono nelle zone portuali.
Sappiamo che questo è il tempo della consapevolezza e che ciascuno deve fare fino in fondo la propria parte per la tenuta del Paese. E di questo siamo grati a partire dal Governo che Lei presiede, alle Istituzioni tutte ivi compreso l’operatore appena arrivato sul campo dell’emergenza, passando per le imprese che si fanno carico di organizzare e assicurare ogni sforzo per non interrompere le attività essenziali come lo sono le imprese dei pubblici esercizi e della ristorazione che rappresentiamo.
Signor Presidente, La ringraziamo sin d’ora per l’attenzione e per le considerazioni che vorrà far pervenire a quanti operano nel settore dei pubblici esercizi e che quotidianamente sono immersi nella trincea dell’emergenza Coronavirus e che sono espressioni vitali di un Paese che vuole a tutti i costi sopravvivere all’emergenza del coronavirus, ma anche e sopratutto a quella della devastante crisi economica preservando la libertà e pluralismo. Con i più deferenti ossequi,
CONFEDERAZIONE IMPRESE ITALIA
Il Presidente Biagio Cefalo