23/01/2022 – Abbiamo chiesto al Segretario Generale della Confederazione Imprese Italia, dott. Carlos A Sorrentino, se fra gli obiettivi 2022, la Confederazione vi siano delle progettualità di diffusione del Welfare, fra la rete delle imprese e delle professioni associate.
Certamente, credo che ormai ci siamo le basi e condizioni necessarie, per poter proporre con serenità di welfare anche nelle piccole medie imprese italiane, e certamente la nostra Confederazione avvierà nel corso del corrente anno dei focus, in diverse aree di Italia.
NON A CASO IL TERMINE WALFARE, E’ UNA PAROLA INGLESE CHE LETTERALMENTE SIGNIFICA “BENESSERE”, IL WELFARE AZIENDALE È QUINDI L’INSIEME DI TUTTE LE INIZIATIVE E I PIANI MESSI IN ATTO DAL DATORE DI LAVORO AL FINE DI MIGLIORARE IL SENTIMENT DEL DIPENDENTE.
In poche parole, Il Welfare aziendale è un insieme di iniziative messe in atto dai datori di lavoro al fine di favorire il miglioramento e l’ottimizzazione del clima di lavoro e la soddisfazione dei lavoratori. Le imprese hanno motivi validi per ritenere che un dipendente più sereno e motivato sia un dipendente più produttivo. L’azienda raggiunge l’obiettivo mettendo a disposizione del lavoratore una serie di servizi volti a migliorare la qualità lavorativa e di vita del lavoratore.
Ha proseguito Carlos A Sorrentino, “oggi non troverete un manuale aziendale che non consideri il concetto degli stakeholder: c’è una diffusa convinzione che non sia possibile raggiungere traguardi senza tener conto che non si possono solo soddisfare i bisogni economici degli azionisti senza il grado di soddisfazione dei dipendenti.Questo principio in linea di massima, vale per tutti i soggetti che in qualche modo interloquiscono con l’impresa. Le imprese sono delle realtà associative molto più complesse rispetto a quello che comunemente viene rappresentato”. Oggi “L’impresa deve poter stare sul mercato, deve generare anche valore economico ma un’impresa che valuti solo questo aspetto rischia di essere condannata a un rapido esilio”.Le piccole e medie imprese sono il nervo costitutivo del nostro tessuto economico, hanno dimostrato una grandissima resilienza” alle prese con la pandemia”.
E proprio nel Rapporto 2020 si evidenzia come la crisi Covid abbia impresso un salto di qualità al welfare aziendale: per la prima volta le imprese attive superano il 50%, il 78,9% delle imprese ha confermato le iniziative di welfare in corso e il 27,7% ne ha introdotte di nuove o ha potenziato quelle esistenti. Le imprese sono state punto di riferimento per la comunità e quelle con un welfare più maturo hanno avuto una maggiore capacità di reagire all’emergenza. L’80% delle PMI ha dato materiali e fornito informazioni di tipo sanitario ai lavoratori mentre il 12% delle imprese ha attivato canali di supporto e servizi di consulto medico e assistenza sanitaria a distanza. Il 26,4% ha anche attuato iniziative aperte alla comunità esterna e di sostegno al sistema sanitario nazionale.
L’esperienza di crisi ha cambiato la cultura di gestione dell’impresa: il 91,6% delle PMI ha infatti dichiarato di avere acquisito maggiore consapevolezza della centralità della salute e della sicurezza dei lavoratori e oltre il 70% ha affermato che in futuro il welfare aziendale avrà maggior rilievo. Infine, il 65% ha dichiarato che l’azienda contribuirà maggiormente alla sostenibilità del territorio in cui opera.
La centralità del ruolo dell’impresa è un vero cambiamento culturale accelerato dalla crisi Covid: il welfare aziendale emerge ancora di più come leva fondamentale di una strategia aziendale orientata allo sviluppo sostenibile, ha dichiarato Carlos Sorrentino , poiché esercita un impatto positivo sull’intero ecosistema in cui opera: i lavoratori, le famiglie, la comunità e il territorio.
Welfare Index PMI, ha svolto in collaborazione con Cerved, per la prima volta in Italia su numeri così ampi, un’analisi sui bilanci dell’ultimo biennio di oltre 3.000 imprese tra quelle partecipanti alla Ricerca 2020, che ha statisticamente dimostrato che il welfare aziendale contribuisce significativamente ai risultati delle imprese, alla crescita della produttività e dell’occupazione. Le imprese più attive nel welfare (Welfare Champion – 5W e Welfare Leader – 4W) hanno un tasso di produttività che aumenta del +6% nel biennio, triplo rispetto alla media delle PMI, pari a 2,1%. Anche l’occupazione cresce nelle imprese più attive quasi del doppio: attestandosi all’11,5% rispetto alla media del 7,5%. Le aziende che fanno welfare, crescono di più, e ciò facendo contribuiscono alla crescita positiva dell’ecosistema in cui operano.
Secondo il Rapporto 2020, il welfare ha registrato in questi 5 anni una crescita continua: le imprese attive (ovvero quelle che attuano iniziative in almeno quattro delle dodici aree del welfare aziendale) sono raddoppiate negli ultimi cinque anni passando dal 25,5% del 2016 al 45,9% del 2019, al 52,3% nel 2020, segno che il movimento aziendale continua a crescere e lo fa anche nell’ultimo anno, trainato dalle imprese che ottengono benefici concreti dal welfare aziendale. Le aree di welfare con una crescita maggiore sono:
- Sicurezza: è l’area con il maggiore tasso di iniziativa (dal 34% nel 2017 all’attuale 60%).
- Assistenza: è l’area in crescita più rapida (dal 7% nel 2017 al 23%): comprende iniziative di prevenzione, cura diretta, assistenza agli anziani, cure specialistiche.
- Sanità complementare: dal 35% nel 2017 al 42,2%.
- Conciliazione e genitorialità: dal 33% nel 2017 al 51%. In quest’ambito si registra la grande accelerazione dello smart working/nuove modalità di lavoro, visto come strumento di flessibilità, non sostitutivo del lavoro in presenza. Le imprese sottolineano la necessità di un’evoluzione della cultura gestionale, per diffondere nuovi modelli centrati sull’autonomia organizzativa e la responsabilità dei lavoratori.
- Grande importanza della formazione (43%) e della crescita, ancora iniziale ma rapida delle iniziative a sostegno delle famiglie per l’istruzione dei figli (da 3% a 5,8%), in un Paese che ha tra le sue principali criticità l’inadeguato livello di istruzione avanzata, il blocco della mobilità sociale, le difficoltà dei giovani nel lavoro.
In conclusione, ha dichiarato il Segretario Generale Carlos Sorrentino, le imprese del terziario, grazie agli interventi messi in campo dalla contrattazione del sistema, hanno potuto fornire risposte ai nuovi bisogni emersi nei luoghi di lavoro e nelle famiglie, sia in termini di efficacia nel far fronte ad eventi imprevisti che di incremento di competitività. Anche la reazione alla crisi conferma quindi l’opportunità di politiche di ulteriore impulso allo sviluppo del welfare, anche attraverso l’utilizzo della leva fiscale”.